Tra opere in terra rinforzata e drenaggio
Per i lavori di ampliamento del centro commerciale Serravalle Retail Park in Piemonte abbiamo supportato l’impresa nella scelta delle soluzioni da adottare e assistito nelle verifiche.
L’area di circa 2.000 m2 ha richiesto alcuni interventi quanto a opere in terra rinforzata e drenaggio, in particolare ci siamo occupati delle opere propedeutiche per i lavori di ampliamento risalenti al 2016.
A sud-ovest del manufatto il terreno è stato messo in sicurezza e successivamente reintegrato le superfici di verde areale.
Vediamo più nello specifico come si è proceduto.
La natura dell’intervento
Per la messa in sicurezza del versante antistante al complesso, l’intervento prevedeva la realizzazione di opere in terra rinforzata in varie bancate, per la precisione 3 moduli di 6 m di altezza ciascuno.
Inoltre, per gestire le acque provenienti dal bacino idrogeografico posto a monte dell’area, si è provveduto a specifici interventi per il drenaggio superficiale.
La soluzione di TeMa Geo Solutions
Per l’opera in terra rinforzata i 3 moduli sono costruiti con lunghezze di ancoraggio di 7 m e resistenze da 110 kN/m date dalle geogriglie X-Grid PET PC 110.
Per quanto riguarda il drenaggio, invece, si è previsto l’utilizzo della Membrana Nera Geo, la membrana bugnata in HDPE da 8 mm accoppiata a TNT filtrante alla cui base si trova un tubo fessurato in PE.
Il sistema di drenaggio è stato installato anche in prossimità dei tatti orizzontali di ogni berma, al fine di evitare infiltrazioni future nell’opera rinforzata.
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L’impermeabilizzazione nelle riprese di getto
In questi articolo vediamo come garantire la migliore impermeabilizzazione nelle riprese di getto, ma intanto precisiamo: la ripresa di getto è la realizzazione di un nuovo elemento in calcestruzzo in continuità con uno già esistente. Il più delle volte creare un blocco monolitico in una gettata unica è impossibile: si pensi a strutture molto grandi o al collegamento tra pareti verticali e orizzontali, per fare qualche esempio. Con le riprese di getto è possibile ottenere strutture monolitiche con caratteristiche proprie, costruite per fasi in tempi successivi. Quindi si procede per piccoli blocchi e si unisce ogni gettata alla precedente realizzando il monolite pezzetto dopo pezzetto.
Il collegamento strutturale viene realizzato tramite ferri di ripresa, prestando attenzione alle operazioni di perforazione del blocco esistente e alla lunghezza di ancoraggio. I ferri, se da un lato garantiscono l’aggancio alla successione di blocchi, dall’altro sono potenziali linee di infiltrazione per l’acqua. L’accumulo di umidità nei muri, come sappiamo bene, può generare conseguenze molto serie: fragilità strutturale oltre a macchie e muffe tutt’altro che salutari.
Una soluzione efficace è quella di inserire dei cordoli bentonitici che impermeabilizzano i vuoti eventualmente formatisi alla base dei muri o a contatto coi ferri. Si sfrutta la proprietà intrinseca della bentonite di sodio, ossia la capacità di gonfiarsi a contatto con l’acqua, andando a riempire lo spazio disponibile e formando un composto impermeabile.
Inoltre, questo materiale fornisce un’elevata resistenza al carico idraulico, oltre a essere facilmente applicabile e ad aderire perfettamente al supporto.
La gamma di prodotti per l’edilizia di TeMa Building Solutions include anche T-Bentostop, il waterstop a base di bentonite idroespandente per l’impermeabilizzazione nelle riprese di getto.
Il controllo dell’erosione superficiale con biostuoie e geostuoie
L’erosione superficiale del suolo è un fenomeno naturale pressoché inevitabile che negli ultimi anni preoccupa maggiormente a seguito dell’inasprirsi della situazione climatica – in Italia da gennaio a luglio 2022 si sono registrati 132 eventi climatici estremi, numero più alto della media annua dell’ultimo decennio – alternati a lunghi periodi di siccità.
Venti forti, piogge battenti, grandine, ruscellamenti tendono ad asportare lo strato superficiale dei terreni esposti, spesso anche materia organica ed eventuali semine. Un cambiamento climatico che favorisce l’erosione fino a renderla, oltre che inevitabile, pericolosa, se non controllata.
Le modalità per contrastare o mitigare il fenomeno sono indispensabili: il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; è lo spazio dove si svolgono le attività umane, oltre a essere un elemento del paesaggio e del nostro patrimonio culturale.
In quali opere avviene maggiore erosione superficiale?
Tra le aree di applicazione maggiormente colpite dall’azione erosiva del clima troviamo:
- pareti e fianchi di discariche e siti contaminati, inerbiti anche per un’apprezzabile miglioria estetica
- opere in terra rinforzata, nello specifico il terrazzamento di un vigneto e il rialzo arginale di canali o fiumi
- rampe di ascesa/discesa dai cavalcavia, imboccature dei tunnel e barriere antirumore in ambito stradale e ferrovie
- pendii asciutti e rocciosi, di qualsiasi inclinazione, che disegnano l’orografia del nostro Paese.
Le conseguenze dell’erosione superficiale
L’asportazione incontrollata della coltre superficiale e il mancato attecchimento della vegetazione implica un “assottigliamento” del terreno e un rischio di stabilità delle aree in pendenza.
Come agire per prevenire l’erosione superficiale?
È doveroso premettere che è necessaria una valutazione caso per caso, che tenga conto delle molteplici variabili come la natura e l’uniformità del terreno, la pendenza delle scarpate, il tipo di pendio (asciutto o roccioso) e le condizioni climatiche della zona di intervento.
In linea generale la vegetazione, qualsiasi tipo sia, ha una naturale capacità di proteggere i terreni dall’erosione. Per questo, la strada migliore da intraprendere è quella di favorire velocemente l’inerbimento e quindi agire con stuoie biodegradabili in juta, paglia, cocco e fibra di cellulosa, anche preseminate.
TeMa Geo Solutions consiglia biostuoie come Ecovermat, Ecovermat P e PC ed Ecovernet.
In alternativa o in combinazione a queste si possono utilizzare delle geostuoie sintetiche, realizzate principalmente in monofilamenti polimerici.
Una volta posate vengono ricoperte da un altro strato di terreno: in questo modo le radici della vegetazione che crescerà si aggroviglieranno alla geostuoia creando un sistema di protezione dall’erosione pressoché definitivo.
Anche in questo caso, TeMa Geo Solutions consente una vasta gamma di geostuoie tra cui scegliere.
Dubbi su cosa scegliere? Ti aiutiamo noi. CONTATTACI!
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TeMa ancora più trasparente sulla sostenibilità
TeMa Technologies and Materials informa sul livello di sostenibilità dei prodotti grazie alla nuova certificazione EPD: questa copre la maggior parte delle membrane e dei geocompositi realizzati sulle proprie linee produttive. Da trent’anni TeMa considera la protezione dell’ambiente come un dovere e un obbligo nei confronti della collettività e delle generazioni future.
Cos’è l’EPD e cosa si analizza per ottenerlo?
La Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD è documento che fornisce dati specifici sul ciclo di vita dei prodotti o di un servizio. Ciò che viene misurato sono gli impatti che le fasi produttive e di vita del prodotto hanno sull’ambiente attraverso un’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) per determinare il consumo di risorse come acqua, materiali ed energia.
Nasce su base volontaria e viene verificato dall’ente terzo indipendente SGS in modo tale da poter fornire ai clienti dichiarazioni certificate.
Un riconoscimento internazionale
Il documento EPD ha riconoscibilità a livello internazionale, perché rispetta gli standard ISO. Questo garantisce l’utilizzo, la credibilità e la stabilità nel tempo, mettendo a disposizione i dati rilevati che possono essere utilizzati in qualsiasi tipo di sistema di gestione ambientale e fornire informazioni per i Protocolli di certificazione ambientale degli edifici e delle infrastrutture.
Quali sono le linee di prodotto TeMa Building Solutions certificate EPD?
Ad aver ottenuto la certificazione EPD sono:
- la linea dei bugnati, che include Membrana Nera, Membrana Nera Geo, T-Kone, Tefond, HDD, TMD, MD;
- la linea drenanti da monofilo con Q-Drain C e Q-Drain ZW;
- la linea geostuoie antierosive e di rinforzo con K-Mat e X-Grid AM.
I nostri certificati sono sempre consultabili cliccando qui e inserendo TeMa tra i filtri.
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Pavimentazioni industriali in calcestruzzo: come garantirne versatilità e resistenza
Il layout di uno stabilimento definisce la disposizione fisica delle macchine, delle postazioni che sviluppano i singoli processi e dei reparti di servizio al fine di rendere il lavoro di uomini, macchine e materiali più efficiente. Le pavimentazioni sono sottoposte a sollecitazioni continue e devono sostenere carichi notevoli. Il calcestruzzo ha caratteristiche proprie per corrispondere a questi bisogni e ha anche una notevole duttilità estetica, tanto da essere spesso usato dai designer anche a livello domestico e commerciale, sia in ambienti interni che esterni. Inoltre, può essere anche personalizzato in modo veloce con texture o altro tipo di stampa. In questo articolo parliamo di pavimentazioni industriali in calcestruzzo.
A quali funzioni dare importanza in ambito industriale?
Una pavimentazione industriale subisce inevitabilmente usura a seguito di un utilizzo prolungato e concentrato.
È necessario garantire, quindi, un’alta resistenza a compressione. Infatti, sulle superfici di ambienti come magazzini o industrie gravano costantemente carichi importanti: scaffali di stoccaggio, macchinari, ma anche mezzi in movimento come carrelli e muletti. E molto spesso i pesi si concentrano più in alcuni punti rispetto ad altri (pensiamo ad esempio alle aree di movimento dei carrelli o ai quintali di merce in magazzino che grava sullo stesso punto per molto tempo).
Questo può causare anche fessurazioni e crepe sulla superficie che invaliderebbero la carrabilità rendendo difficile il normale svolgersi delle attività di lavoro.
Infine, come già anticipato, il calcestruzzo è un materiale molto versatile che può essere posato su supporti di altra natura e anche personalizzato a piacere.
Come agire per un risultato ottimale e duraturo?
Un’attenta progettazione fin dal principio e la scelta di materiali adatti è il primo passo per un risultato di successo, ma anche una scrupolosa diligenza in fase di posa ha la sua importanza.
La gamma di prodotti TeMa Building Solutions include dei prodotti specifici per il rinforzo dell pavimentazioni industriali in calcestruzzo. La rete T-Fiberglass CLS, in fibra di vetro e rivestita con speciale appretto alcalino, è pensata per il rinforzo nelle applicazioni orizzontali del calcestruzzo, mentre T-Zink Net è la rete antifessurazione in acciaio zincato.
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Le opere in terra rinforzata come barriere acustiche
Sentire per tutto il giorno il rumore del traffico fuori dalla finestra è irritante e distraente e, sul lungo termine, anche dannoso per la salute.
Per questo l’OMS e alcune leggi regolamentano l’adozione di sistemi per il risanamento acustico delle città: la Legge quadro 447 del 1995 per l’Italia e la direttiva europea sul rumore ambientale 49/2022. Infatti, se non è possibile agire sulla causa del rumore, la soluzione è quella di installare degli schermi protettivi. Possono essere di varia natura, ma in questo caso ci focalizziamo sulle opere in terra rinforzata che richiedono degli accorgimenti specifici di cui parliamo qui.
Ad esempio, la Pedemontana Veneta è una nuova arteria: quasi 100 Km. Quasi completamente in funzione nel Nord-Est del Veneto, l’asse principale di questa superstrada si mantiene in trincea profonda per attenuare al minimo l’impatto “territoriale” e ambientale sull’area circostante. Significa che ai lati “scorrono” lunghe superfici inclinate in terra rinforzata con 58,61 km di filari arborei e siepi e verde areale per 1.333.410 mq fra siepi campestri, boschetti, scarpate inerbite e prati alberati.
Un’attenzione al rumore con grande considerazione paesaggistica.
Come sono fatte le barriere acustiche in terra rinforzata?
In questo tipo di rilevati dalla tipica forma trapezoidale si utilizza terra che col tempo si ricoprirà di vegetazione. Ad aiutare il terreno, che già possiede una buona resistenza a compressione, vengono abbinati dei rinforzi geosintetici, le geogriglie. Queste vengono inserite orizzontalmente nel terreno e sviluppano attrito e tensione che stabilizzano l’opera, aumentandone la resistenza alla sollecitazione.
TeMa Geo Solutions ha nella sua gamma le geogriglie della serie X-Grid Pet PVC, con diversi valori di tenacità, adatte a ogni tipo di contesto.
Altro elemento da considerare è l’erosione superficiale del terreno: per contrastarla si applicano delle geostuoie sintetiche, anche con funzione pacciamante per favorire la crescita del manto erboso, o delle bioreti in fibre naturali.
Anche in questo caso, TeMa Geo Solutions offre una grande scelta che spazia da Ecovermat F Grass e Ecovernet FJ alla serie K-Mat.
Perché utilizzare una barriera vegetale come elemento acustico protettivo?
La barriera vegetale ha un’indiscussa capacità di limitare la propagazione delle onde sonore: una parte di esse viene assorbita, una parte riflessa e una parte deviata. Nel complesso, dunque, la quantità di onde sonore che arriva al ricevente è notevolmente ridotta e i rumori possono essere attenuati di diversi decibel.
I vantaggi di una barriera fonoassorbente in terra rinforzata
Creare delle opere in terra rinforzata ha i suoi notevoli vantaggi:
- il costo è ridotto perché spesso si può utilizzare terra presente in loco
- non sono necessarie particolari manutenzioni, se non la regolare tenuta in ordine.
- aiuta l’ambiente e si crea un’integrazione integra con esso: un elemento vegetale mitiga anche le emissioni dei veicoli assorbendo la CO2 e purificando l’aria.
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Saremo alla Conferenza EuroGeo 7 a Varsavia
Dopo un rinvio di così tanti mesi a seguito dell’emergenza sanitaria, finalmente a Varsavia dal 4 al 7 settembre 2022 avrà luogo EUROGEO7, la 7a Conferenza Europea sui Geosintetici, alla quale partecipiamo portando la nostra trentennale esperienza e il flusso innovativo di prodotti e funzioni.
Saremo presenti con la divisione TeMa Geo Solutions, specializzata in sviluppo di tecnologie e prodotti innovativi per la protezione, il mantenimento, il contenimento, il rinforzo e il drenaggio in opere di intervento ambientale.
Abbiamo raggiunto questi obiettivi perché fin dal 1993, quando TeMa è stata fondata, i geosintetici sono stati l’approccio alle applicazioni geotecniche e ambientali a cui miravamo. In tempi in cui ancora non si parlava molto di ecosistema abbiamo sviluppato notevole esperienza in questo settore, mettendo in campo nuove tecnologie, trovando miglioramenti risolutivi sia per la durabilità e sia per la minore invasività degli interventi proprio nei geosintetici.
Gli ambiti di applicazione sono molteplici e spaziano dalle funzioni più importanti a cui serve rispondere in ambito geotecnico, terre rinforzate e terre armate, per citarne alcuni. Molto appassionanti nell’ambito dell’agricoltura collinare e nella rigenerazione urbana di piccolo borghi: drenaggio e filtrazione per discariche e siti contaminati; strade, ferrovie e altre applicazioni di trasporto; gestione delle acque piovane.
Cosa approfondirà TeMa Geo Solutions?
Il focus sono i geosintetici e gli aspetti che li rendono versatili, dalle ottime prestazioni e innovativi in ambito geotecnico. In particolare, ci concentreremo sulle tecnologie TeMa Geo Solutions per:
- l’allontanamento delle acque di infiltrazione con i geosompositi drenanti accoppiati a TNT;
- il rinforzo e la stabilizzazione con le geogriglie;
- la capacità drenante per la copertura, il fondo e i fianchi delle discariche con le georeti;
- la forza drenante antierosiva con le geostuoie.
I nostri tecnici saranno presenti e potranno fornire cataloghi e schede tecniche con i dettagli prestazionali.
Per approfondire: https://www.temacorporation.com/geo-applicazioni/
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Parcheggio sul tetto: soluzione estrema di recupero spazio
I centri urbani sono sovraffollati di veicoli e di zone interdette ai non autorizzati, i parcheggi sono “stressati” e le superfici non bastano mai. A fianco delle soluzioni più “standard” di coperture carrabili, come per esempio in caso di garage interrati, non è azzardato immaginare, ove strutturalmente possibile, di progettare o recuperare spazi su coperture sopraelevate: infatti, un parcheggio sul tetto di una struttura pubblica può ampliare di molto i posti disponibili.
Durante le vacanze, anche i viaggiatori potranno trovare conforto dai parcheggi sui tetti di edifici pubblici o a uso pubblico. Nelle ore in cui gli uffici sono chiusi, per esempio, questi parcheggi possono trasformarsi in risorsa, soluzione ideale per recuperare spazio e aumentare il numero di posteggi per i viaggiatori nelle zone ad alta affluenza turistica.
La continua movimentazione di veicoli e l’esposizione a qualsiasi evento atmosferico, dal gelo al caldo torrido, richiede materiali di costruzione idonei allo scopo. Un grande utilizzo che rende imperativo prevedere degli strati (stratigrafia progettuale) che assolvano a specifiche funzioni. Vediamo quali.
A cosa bisogna porre attenzione nella realizzazione di un parcheggio sul tetto?
Su questo tipo di coperture gravano elevati carichi, statici e di passaggio, di ogni tipo di vettura. Ciò richiede un’attenzione maggiore nella protezione meccanica dello strato impermeabile e nella resistenza ad alte compressioni.
Altro aspetto da considerare è il drenaggio. Le acque meteoriche possono penetrare negli strati inferiori danneggiandoli, per cui serve garantire un corretto deflusso verso l’esterno.
Noi consigliamo l’applicazione di membrane bugnate accoppiate a TNT o geocompositi drenanti con monofilamenti o georeti.
Per la funzione di drenaggio proponiamo il geocomposito drenante T-Mix Drain Plus. La variante T-Mix Drain WP Plus è accoppiata su un lato a un geotessuto filtrante e sull’altro a una membrana poliolefinica, in grado di evitare o limitare le infiltrazioni di olii o idrocarburi; un cordolo butilico lungo la cimosa, consente di fissare le sovrapposizioni tra le membrane accostate.
In alternativa si può optare per le georeti T-Net Drain 5 e T-Net Drain 7, accoppiate a TNT su entrambi i lati.
La funzione di protezione meccanica, insieme a quella di drenaggio, può essere invece svolta dal geocomposito drenante TMD 1011. Il prodotto accoppia un geotessuto filtrante a una membrana bugnata, la cui conformazione consente un efficace drenaggio anche ad alti carichi di sollecitazione (fino a 400 kPa).
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Gallerie: il problema delle venute d’acqua e delle infiltrazioni
L’Italia è una delle nazioni europee con il maggior numero di gallerie stradali. Per quanto riguarda la rete TERN (RETE STRADALE TRANSEUROPEA) sono attualmente in esercizio circa 610 gallerie stradali per una lunghezza totale di circa 710 km e la totalità delle gallerie in esercizio su strade di competenza ANAS è di 1235 per una lunghezza totale di circa 755 km. Soprattutto in quelle più datate può capitare di notare ampie macchie di umidità che percorrono in altezza i muri interni o pericolosi ristagni d’acqua a terra. Vediamo quindi cosa succede esattamente e come prevenire il problema infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Oggi esistono sistemi e materiali collaudati, ma il problema su cui bisogna porre ancora molta attenzione è l’aspetto idrogeologico che mette in luce due problematiche principali: le infiltrazioni e venute d’acqua in galleria.
Per venuta d’acqua si intende l’improvvisa fuoriuscita d’acqua dalla parete derivante da una falda che trova un nuovo sfogo, quindi oltre alla sua individuazione diventa prioritario progettare opportuni metodi di drenaggio.
Per infiltrazione, invece, si intende il passaggio d’acqua dovuto alla sua innata capillarità o alla forza di gravità.
Le conseguenze si vedono se i problemi non vengono affrontati, o meglio prevenuti, correttamente.
L’acqua, infatti, è una la grande minaccia per le opere come le gallerie, perché riduce la durabilità del rivestimento in calcestruzzo, provocando un deterioramento strutturale, mettendo a rischio gli impianti e costituendo un pericolo per la sicurezza stradale.
Cosa fare per le venute d’acqua e le infiltrazioni?
La soluzione ideale è progettare con idonei sistemi di drenaggio, con membrane bugnate e geocompositi drenanti.
Maxistud e HDD di TeMa Geo Solutions sono le membrane bugnate in HDPE ad elevata resistenza a compressione: la prima è una membrana termoformata da 20 mm, la seconda è una membrana da 10 mm accoppiata a un geotessile non tessuto, disponibile con diversi pesi e resistenze a compressione crescenti.
Si può agire anche con geocompositi drenanti come Q-Drain ZW5 60 20P TG da 5mm di spessore con anima in monofilamenti e un tnt.
La scelta del prodotto e dello spessore dipende dalle condizioni di venuta d’acqua e dal relativo rischio di infiltrazioni.