Arriva al Parlamento la Relazione sullo stato di salute dell’Ambiente
Lo scorso 6 Luglio è stata trasmessa al Parlamento la tanto attesa Relazione sullo stato di salute dell’Ambiente del nostro Paese. Il documento succede la precedente relazione che risaliva a ben 8 anni prima, datata 2008.
Il documento è stato realizzato abbracciando le linee guida del modello DPSIR (Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responses): tale modello descrittivo mira ad individuare le sequenze di causa-effetto delle interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali in modo da fornire una visione più ampia e completa mirata allo sviluppo di politiche di tutela ambientale.
La relazione sullo stato di salute dell’ambiente rappresenta un utile aggiornamento sui principali indicatori ambientali del nostro Paese ma anche uno strumento utile a chi desidera approfondire sotto il profilo scientifico la situazione dell’ambiente italiano.
Un lavoro che consente di avere una visione a 360° del nostro territorio e della sua biodiversità, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze. Di seguito citiamo i più significativi. Tra i punti positivi, l’Italia è, ad esempio, tra i paesi in cui si registra maggior efficienza energetica, con tecnologie e performance che ci collocano all’avanguardia su scala mondiale. Rispetto alle criticità, invece, l’Italia risulta ancora in ritardo rispetto il settore rifiuti, depurazione e qualità dell’aria nelle città.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2016 è stata realizzata sotto la direzione del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il progetto e il coordinamento editoriale e scientifico sono stati curati da esponenti dell’ISPRA in collaborazione a un comitato di esperti accademici provenienti dalle Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Istituto Nazionale di Astrofisica, Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Altri enti coinvolti sono stati l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ENEA, Agenzia Spaziale Italiana – ASI, Associazione Nazionale Comuni Italiani – ANCI, Associazione Nazionale per le Bonifiche Irrigazioni e miglioramenti fondiari.
È possibile leggere la Relazione in versione integrale qui
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Dal tetto alla strada, l’energia elettrica per i trasporti è finalmente pulita
Quanti Kilometri si possono percorrere se si prende la carica dal tetto di casa ?
Finché dura la batteria, rispondiamo noi!!
Da oggi sembra che tutto sia possibile: anche ricaricare la propria auto elettrica dall’energia accumulata dal tetto di casa propria! E tutto grazie al sistema fotovoltaico Tegosolar, il brevetto italiano di Tegola Canadese. Succede a Vittorio Veneto, dove è stata installata la prima colonnina di ricarica per auto elettriche presso la sede di Iwis, la holding europea per l’edilizia e le grandi opere in Via dell’Industria.
In realtà si tratta della quindicesima colonnina di ricarica installata nella provincia di Treviso, ma come avrete potuto capire, in questo caso è tutto diverso: Iwis ha voluto mettere a disposizione ai propri dipendenti, collaboratori e agli ospiti, gratuitamente, un’energia pulita e pura, ottenuta con il metodo innovativo Tegosolar, sistema fotovoltaico che utilizza la tecnologia del silicio amorfo a film sottile a tripla giunzione per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, col il quale è stato interamente ricoperta la sede produttiva di Vittorio Veneto e parte degli stabilimenti italiani del Gruppo.
Si tratta di un piccolo passo ma significativo, che serve soprattutto per incentivare la cultura della sostenibilità e l’attenzione all’ambiente, come annunciato da Alessandro Mazzer, Marketing manager del gruppo Iwis, al quale fanno capo oltre a Tegola Canadese, tra le altre anche Tema, Fi-Ve e Geobitec, che si occupano di efficientamento energetico per edifici residenziali, commerciali e industriali, pubblici e privati.
Le aziende ad alto contenuto d’innovazione sono sempre molto autoironiche, e per questo, una volta iniziato a dotare il parco macchine aziendali di auto elettriche, sono state contrassegnate le auto tradizionali con uno smiley triste, perché a differenza di quelle elettriche, non potranno dissetarsi con energia pulita!
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