Una collina dove meno te l’aspetti
Coltivare la propria sensibilità nei confronti del paesaggio e agire nel suo rispetto, sono le basi per un operare responsabile. Consapevoli del fatto che la natura sia un bene da tutelare, diamo forma alle nostre idee attingendo a soluzioni capaci di integrarsi nel contesto entro cui sorgono.
Ne sono un esempio la bonifica e la messa in sicurezza dell’ex discarica di Conegliano nel trevigiano. L’intervento di TeMa Geo Solutions aveva come obiettivo quello di risanare l’area, ponendo fine ai disagi che questa portava con sé. Esattamente lì, dove si elevava un cumulo di rifiuti verso il cielo, oggi si innalza una meravigliosa collina verde. L’idea di trasformare un’area di deposito e stoccaggio in una zona verde ben inserita nel quadro urbano in cui si staglia nasce da un percorso che affonda le sue radici molti anni fa. Tutte le nostre realizzazioni hanno come punto di partenza i Centri di Studio e le Università, luoghi di ricerca dove, grazie a un lavoro in team condotto dai nostri laboratori, si ipotizzano sistemi conformi al paesaggio che li accoglie. Allo stesso modo, i materiali prescelti rispondono alle medesime esigenze. Oltre ad avere una valenza estetica, infatti, si richiede loro di inserirsi delicatamente all’interno del progetto, quasi scomparendo, mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente circostante.
Questa l’unicità del nostro lavoro, questo il nostro tratto distintivo. Con i prodotti TeMa ricreiamo habitat confortevoli, sicuri e in armonia con l’ambiente. Progettare non è sinonimo di costruire, è la capacità di immaginare un’opera architettonica in linea con il panorama che ci troviamo davanti ed essere capaci di concretizzarla. SCOPRI L’APPLICAZIONE
- Pubblicato il Discariche, Discariche - Controllo erosione, Discariche - Drenaggio, Discariche - Impermeabilizzazione, Discariche - Rinforzo in discarica, GEO
Bonus ristrutturazioni: tutto quello che c’è da sapere
Anche per l’anno in corso si può usufruire di diversi bonus per le ristrutturazioni, ognuno con le proprie caratteristiche in base alla natura degli interventi. Ormai non manca molto alla fine dell’anno ma è ancora possibile usufruire di questi bonus, per alleggerire le spese relative agli interventi di ristrutturazione.
Ma ricapitoliamo quali sono i bonus e tutte le loro caratteristiche.
Bonus ristrutturazioni
La legge di Bilancio 2019 prevede la proroga della detrazione del 50% fino al 31 dicembre 2019. La soglia limite è di 96.000€ per una singola unità immobiliare.
Per quanto riguarda l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (fino ad un massimo di 10.000 €) di classe non inferiore alla A+, si potrà usufruire di una detrazione IRPEF del 50%, se questi sono destinati ad arredare l’immobile ristrutturato.
Dallo scorso novembre è obbligatorio trasmettere i dati dell’intervento all’Enea (entro 90 giorni dalla fine dei lavori) per tutti quegli interventi edilizi e tecnologici che beneficiano del bonus ristrutturazioni ma comportano anche risparmio energetico e/o utilizzo delle fonti rinnovabili. Questo obbligo vale anche per gli elettrodomestici, di cui si devono inviare i dati di classe energetica e potenza assorbita.
Ecobonus
Per quanto riguarda gli interventi di miglioramento energetico, sono previste due percentuali di detrazioni.
La detrazione del 65% si può usufruire per: installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda; sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore; l’acquisto e l’installazione di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti.
Mentre la detrazione del 50% si riferisce a tutte le spese per: acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi; acquisto e posa in opera di schermature solari; sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a biomassa e caldaie a condensazione in classe A; acquisto e la posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili.
Bonus verde
Per le spese sostenute per la sistemazione a verde delle aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze e recinzioni, nonché la realizzazione di impianti di irrigazione e pozzi la percentuale di bonus è del 36% fino ad un massimo di 5.000 € di spesa totale.
Sismabonus
Diversamente dagli altri, il sismabonus ha già una validità confermata fino alla fine del 2021.
Questo bonus permette di detrarre una percentuale variabile in base alla classe di rischio raggiunta dopo aver effettuato degli interventi di messa in sicurezza antisismica per edifici situati in zona sisimica 1, 2 o 3.
Per le singole unità immobiliari la detrazione parte dal 50% fino ad un massimo dell’80% (se si passa a due classi di rischio inferiori rispetto a quella di partenza), su un costo totale di massimo 96000€.
Per quanto riguarda i condomini si parte sempre dal 50% per arrivare ad un massimo dell’85%.
Fonte: Edilportale
I suggerimenti per la corretta posa in opera delle membrane bugnate
Evitare di commettere errori nella progettazione e nella messa in opera di membrane per la protezione e il drenaggio delle fondazioni è essenziale: infatti se con il tempo si presentano danni dovuti ad errori progettuali, non si avrà il diritto di risarcimento da parte delle compagnie assicurative. Inoltre il risanamento dei guasti alle fondazioni potrebbe essere molto costoso e invadente, o, nei casi peggiori, impossibile da effettuare.
LA CONFIGURAZIONE DEL SISTEMA IMPERMEABILIZZANTE, LA SCELTA DI MATERIALI ADATTI ALLA STRUTTURA E LA LORO CORRETTA INSTALLAZIONE SONO GLI ELEMENTI CHIAVE DELLA BUONA RIUSCITA DELL’OPERA.
Vi proponiamo alcuni nostri suggerimenti per la buona riuscita degli interventi:
1- Per realizzare un ottimo drenaggio utilizzare membrane Tema Building accoppiate a tessuti TNT che svolgendo la funzione di filtro impediscono al terreno di intasare il sistema.
2- Per realizzare la protezione meccanica dell’impermeabilizzazione utilizzare le membrane bugnate, seguendo le apposite indicazioni di installazione. La gamma Tema Building propone membrane con specifiche resistenze meccaniche e diverse dimensioni delle bugne, risultando adeguate alle varie prestazioni richieste.
Importante: le membrane che presentano bugne particolarmente appuntite, avendo dei punti di pressione molto concentrati, se installate con le bugne verso la membrana impermeabilizzante possono facilmente segnarla.
Le bugne delle membrane Tema Building hanno una forma troncoconica e la maggiore superficie a contatto con l’impermeabilizzazione consente un sicuro montaggio sia con le bugne rivolte verso la membrana sia verso il terreno.
Fonte: Edilizia in rete
3- I sistemi meccanici di fissaggio della linea Tema Building sono appositamente studiati per una facile e sicura posa in opera delle membrane, sono in grado di resistere alle sollecitazioni derivanti dal rinterro e dal naturale assestamento e calo del terreno, senza che si verifichino lesioni o strappi alla membrana stessa.
Importante: sono sconsigliate le applicazioni della sola guaina a fiamma che rendono il sistema più vulnerabile durante le operazioni di rinterro e assestamento.
Grazie a queste piccole accortezze in fase di applicazione, si riuscirà ad avere la sicurezza di un risultato eccellente e duraturo nel tempo, proteggendo l’edificio dalle infiltrazioni e dall’umidità!
CLICCA QUI per scoprire tutte le nostre membrane!
Terre e rocce da scavo nel nuovo decreto 2017
Procedure veloci e tempi certi: controlli ambientali entro 60 giorni, materiali riutilizzabili 90 giorni dalla consegna del Piano di utilizzo
Introduzione sulle rocce da scavo per riempimento delle terre rinforzate
Non è infrequente il caso in cui il materiale di riempimento delle terre rinforzate tramite inclusioni flessibili o rigide possa venire da grandi cantieri di scavo (da opere in galleria, ad esempio).
Oggi infatti i terreni rinforzati con inclusioni fanno parte dei materiali compositi, e il loro utilizzo comporta il miglioramento delle caratteristiche del terreno originario e la formazione di sistemi con caratteristiche meccaniche superiori a quelli che si realizzerebbero con il solo terreno.
Le prove e le sperimentazioni condotte hanno consentito di appurare che le terre rinforzate, costituite da rocce da scavo e dal meccanismo flessibile di rinforzo apporta vantaggi statici e strutturali, ambientali, operativi, ed economici, con vaste possibilità d’impiego e possibilità di reintegro.
Terre e rocce da scavo: tempi certi
Entro 60 giorni vengono svolte le attività di analisi da parte delle Agenzie per la protezione ambientale, quali la verifica della sussistenza dei requisiti dichiarati nel piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni.
A 90 dalla consegna del Piano di gestione, si può avviare la gestione delle terre e rocce da scavo generate nei cantieri di grandi dimensioni, secondo le indicazioni contenute nel Piano.
Terre e rocce da scavo: procedure semplificate
Avviare la gestione e l’utilizzo delle terre da scavo non richiede più l’attesa di autorizzazioni, ma un massimo di 90 giorni dalla presentazione del piano. Prima invece le Agenzie non erano tenute a rispettare alcun termine per attestare l’ottenimento dei requisiti dalle norme europee e nazionali per qualificare terre e rocce da scavo ‘sottoprodotti’, in quanto non stabilito. Pertanto, decade l’approvazione preventiva.
Terre e rocce da scavo: modifiche e proroghe al piano
Anche nel caso delle modifiche sostanziali al piano di utilizzo delle terre e rocce da scavo qualificate ‘sottoprodotto’, una volta presentate, decadendo l’approvazione preventiva la procedura si velocizza. Ad esempio, nel caso in cui la modifica riguardi il quantitativo, la nuova norma consente di applicare la classificazione di sottoprodotto alla parte di terre e rocce indicate dal piano, applicando l’obbligo di gestione in quanto rifiuti solo per le quantità eccedenti. Tali rocce da scavo qualificate rifiuti, subiscono ora una disciplina specifica per quanto riguarda il loro deposito temporaneo e le quantità massime ammesse, maggiori rispetto a quelle del Dlgs 152/2006.
I residui della lavorazione dei materiali lapidei sono ora esclusi dalle terre e rocce da scavo., permettendo la qualifica di tali residui come ‘sottoprodotto’.
Il regolamento si concentra sul particolare dei siti di bonifica, dove vengono stabilite specifiche procedure per gli scavi nonchè le condizioni di utilizzo stesso delle terre e rocce scavate sulla base delle loro condizioni.
La novità rispetto alla precedente norma abrogata è che la proroga al termine del piano può essere di due anni, e deve avvenire attraverso comunicazione al Comune e all’Agenzia di protezione ambientale competente.
Norme abrogate dal nuovo decreto sulle terre e rocce da scavo
Il DM 161/2012, contenente il Regolamento utilizzato fino al nuovo decreto sulla disciplina dell’utilizzazione delle terre e rocce da scavo, diverse norme che compongono i seguenti decreti: l’art. 41 nel Dl 69/2013, l’art. 184 bis e 266 comma 7 nel Dlgs 152/2006.
- Pubblicato il CORPORATION, news
TeMa partecipa alla Fiera Internazionale di Colonia per aree sportive e piscine, 7-10 novembre 2017
Appena tornati dalla Russia ci prepariamo per l’appuntamento del mese prossimo.
Dal 7 al 10 Novembre ci troverete col nostro desk informativo nella sezione ‘Playground planning and equipment – Shock absorbing materials’ della Fiera Internazionale di Colonia per aree sportive e piscine.
Nel dettaglio, ci troviamo alla Hall 10.2, Stand B051.
Ulteriori informazioni qui!
- Pubblicato il BUILDING, CORPORATION, Fiere e eventi, news
TeMa al Road Expo di Mosca, Crocus Expo 10-13 Ottobre 2017
Il ROAD EXPO è una delle più importanti fiere per il settore stradale che si tengono in Russia. TeMa, è presente all’evento e presenta la sua gamma di prodotti dedicati alle applicazioni in ambito stradale.
- Pubblicato il CORPORATION, Fiere e eventi, GEO, news
Fascicolo del Fabbricato: cos’è, a cosa serve. Focus: Il terremoto di Ischia
Ci sono stati diversi disegni di legge che hanno cercato di portare a compimento questo strumento di legge, che però non ha mai completato l’iter di approvazione parlamentare.
Cos’è il fascicolo del Fabbricato
Il fascicolo del fabbricato è un istituto giuridico, consiste in un dossier, tenuto dal proprietario di ogni immobile o dall’amministratore del condominio, sullo stato di salute dello stabile. Sul fascicolo sono annotate le informazioni concernenti, l’edificio:
• di tipo identificativo
• progettuale
• strutturale
• impiantistico
• ambientale
L’obiettivo è di arrivare a un idoneo quadro conoscitivo che comprenda le fasi di costruzione dello stesso, e la registrazione delle modifiche apportate rispetto alla configurazione originaria, con riferimento alle componenti statiche, funzionali e impiantistiche. Il fascicolo, date le sue finalità, prevede un aggiornamento con cadenza non superiore a dieci anni.
A cosa serve
Il fascicolo del fabbricato è uno strumento per il monitoraggio e la prevenzione dello stato di conservazione del patrimonio edilizio finalizzato a individuare le situazioni di rischio degli edifici e a programmare nel tempo interventi di ristrutturazione e manutenzione per migliorare la qualità dei fabbricati. L’intenzione è di dare anche una possibilità in più, in sede di compravendita, ai futuri proprietari di un immobile di poter valutare l’affettivo stato dell’immobile. In modo che gli stessi possono preferire stabili con uno stato conservativo migliore. Questo potrebbe far innescare un circolo virtuoso, che impegni tutti nel tenere gli immobili il più possibile corrispondenti a delle strutture solide e sicure.
Il Terremoto di Ischia
Dovrebbe far riflettere che si possa morire per un sisma di magnitudo quattro, come accaduto di recente nell’isola di Ischia, territorio notoriamente vulnerabile non solo per il rischio sismico, ma anche vulcanico e idrogeologico. Ciò che è accaduto era quindi prevedibile, visto che a crollare sono state quelle abitazioni che peccavano in elementari regole costruttive.
Attestare lo stato di sicurezza degli edifici con il fascicolo del fabbricato potrebbe rappresentare una valida misura di salvaguardia e di prevenzione civile.
Arriva al Parlamento la Relazione sullo stato di salute dell’Ambiente
Lo scorso 6 Luglio è stata trasmessa al Parlamento la tanto attesa Relazione sullo stato di salute dell’Ambiente del nostro Paese. Il documento succede la precedente relazione che risaliva a ben 8 anni prima, datata 2008.
Il documento è stato realizzato abbracciando le linee guida del modello DPSIR (Driving forces, Pressures, State, Impacts, Responses): tale modello descrittivo mira ad individuare le sequenze di causa-effetto delle interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali in modo da fornire una visione più ampia e completa mirata allo sviluppo di politiche di tutela ambientale.
La relazione sullo stato di salute dell’ambiente rappresenta un utile aggiornamento sui principali indicatori ambientali del nostro Paese ma anche uno strumento utile a chi desidera approfondire sotto il profilo scientifico la situazione dell’ambiente italiano.
Un lavoro che consente di avere una visione a 360° del nostro territorio e della sua biodiversità, dei suoi punti di forza e delle sue debolezze. Di seguito citiamo i più significativi. Tra i punti positivi, l’Italia è, ad esempio, tra i paesi in cui si registra maggior efficienza energetica, con tecnologie e performance che ci collocano all’avanguardia su scala mondiale. Rispetto alle criticità, invece, l’Italia risulta ancora in ritardo rispetto il settore rifiuti, depurazione e qualità dell’aria nelle città.
La Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2016 è stata realizzata sotto la direzione del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il progetto e il coordinamento editoriale e scientifico sono stati curati da esponenti dell’ISPRA in collaborazione a un comitato di esperti accademici provenienti dalle Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Istituto Nazionale di Astrofisica, Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Altri enti coinvolti sono stati l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile – ENEA, Agenzia Spaziale Italiana – ASI, Associazione Nazionale Comuni Italiani – ANCI, Associazione Nazionale per le Bonifiche Irrigazioni e miglioramenti fondiari.
È possibile leggere la Relazione in versione integrale qui
- Pubblicato il CORPORATION, news
Dal tetto alla strada, l’energia elettrica per i trasporti è finalmente pulita
Quanti Kilometri si possono percorrere se si prende la carica dal tetto di casa ?
Finché dura la batteria, rispondiamo noi!!
Da oggi sembra che tutto sia possibile: anche ricaricare la propria auto elettrica dall’energia accumulata dal tetto di casa propria! E tutto grazie al sistema fotovoltaico Tegosolar, il brevetto italiano di Tegola Canadese. Succede a Vittorio Veneto, dove è stata installata la prima colonnina di ricarica per auto elettriche presso la sede di Iwis, la holding europea per l’edilizia e le grandi opere in Via dell’Industria.
In realtà si tratta della quindicesima colonnina di ricarica installata nella provincia di Treviso, ma come avrete potuto capire, in questo caso è tutto diverso: Iwis ha voluto mettere a disposizione ai propri dipendenti, collaboratori e agli ospiti, gratuitamente, un’energia pulita e pura, ottenuta con il metodo innovativo Tegosolar, sistema fotovoltaico che utilizza la tecnologia del silicio amorfo a film sottile a tripla giunzione per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, col il quale è stato interamente ricoperta la sede produttiva di Vittorio Veneto e parte degli stabilimenti italiani del Gruppo.
Si tratta di un piccolo passo ma significativo, che serve soprattutto per incentivare la cultura della sostenibilità e l’attenzione all’ambiente, come annunciato da Alessandro Mazzer, Marketing manager del gruppo Iwis, al quale fanno capo oltre a Tegola Canadese, tra le altre anche Tema, Fi-Ve e Geobitec, che si occupano di efficientamento energetico per edifici residenziali, commerciali e industriali, pubblici e privati.
Le aziende ad alto contenuto d’innovazione sono sempre molto autoironiche, e per questo, una volta iniziato a dotare il parco macchine aziendali di auto elettriche, sono state contrassegnate le auto tradizionali con uno smiley triste, perché a differenza di quelle elettriche, non potranno dissetarsi con energia pulita!
- Pubblicato il CORPORATION, news
Sisma: Interventi sulle strade, sulle abitazioni e le aziende
Il primo stralcio del programma di ripristino delle strade colpite dal sisma prevede 497 interventi prioritari su 124 strade, con un importo complessivo stanziato di 474 milioni di euro.
Se rispettate le anticipazioni, l’Anas, in qualità di soggetto attuatore, dovrebbe aver svolto procedure di affidamento dei lavori entro il mese di maggio per 40 milioni di euro, ed entro quello di giugno per 100 milioni, portando nei prossimi giorni la cantierizzazione sulle strade a 40 milioni di interventi operativi. Come ha detto l’Anas, non è stato possibile intervenire prima sui lavori perchè tutti gli interventi abbisognano di rilievi e fase di progettazione complessa, visti i danni.
Il Piano Sisma aveva individuato tre priorità d’intervento: la Strada statale 685 “delle Tre Valli Umbre”, gravemente compromessa dalla forte scossa del 30 ottobre, la Strada regionale 209 “Valnerina”, coinvolta da una grave frana di circa 60 mila metri cubi che ha deviato il corso del fiume Nera, e infine la viabilità di accesso a Castelluccio di Norcia, con la messa in sicurezza del fondo e dei fronti rocciosi. Attualmente sappiamo della pubblicazione di cinque gare operanti in queste località, per un valore complessivo di 16,6 milioni di euro.
Il Fondo di Solidarietà dell’Unione Europea
Nel frattempo è in via di concretizzazione l’attuazione del Fondo di Solidarietà della UE da 1,2 miliardi di Euro, che sosterrà la ricostruzione e la ripresa delle attività economiche colpite dal sisma. L’oggetto di utilizzo di tali fondi è per gli alloggi temporanei, e per le operazioni di risanamento e le misure di protezione del patrimonio pubblico culturale. Si attende solo l’approvazione da parte del Parlamento Europeo e poi del Consiglio. È già stata stanziata a fine 2016 una prima tranche di aiuti per il valore di 30 milioni di Euro.
L’accordo da 5 miliardi della BEI
La BEI – Banca Europea degli Investimenti e la Cassa Depositi e Prestiti hanno intanto siglato l’accordo per erogare il primo dei cinque miliardi stanziati per la ricostruzione di case ed imprese danneggiate dal sisma. Verranno recuperate e messe in sicurezza oltre le abitazioni anche le strutture produttive quali magazzini, capannoni, beni strumentali, scorte e simili. Il secondo miliardo in vista sarà destinato invece alla ricostruzione di edifici pubblici quali scuole ospedali, tribunali ed uffici amministrativi.
La veicolazione delle risorse avverrà attraverso sistema bancario, le quali, una volta ricevuta la certificazione del danno e la richiesta d’intervento, erogheranno le cifre necessarie direttamente ai professionisti e alle ditte incaricate di progettare e realizzare le opere. L’accordo tra Stato e Banche si basa sulla riscossione del prestito come credito d’imposta a canone venticinquennale, reso sostenibile grazie ai bassi tassi praticati dalla BEI.
- Pubblicato il CORPORATION, news